
8 settembre 1943: 80 anni dall’armistizio, le conseguenze per Italia e Sardegna Massimiliano Rais e Marco Pignotti
Domani 8 settembre ricorre un anniversario storico per l’Italia, ovvero 80 anni dall’armistizio. Ne abbiamo parlato con Marco Pignotti, storico dell’Università di Cagliari.
Cosa succede in Sardegna e in Italia l’8 settembre del 1943? Si tratta di una data per certi aspetti divisiva e tragica per la vicenda storico politica. L’Italia, fino a quel momento alleata della Germania nazista, si mette a disposizione dell’alleanza anglo americana.
A pagarne le conseguenza sarà l’esercito italiano, che combatteva affianco dell’esercito tedesco e una settimana dopo si ritrovò a doverlo fronteggiare oppure a non avere ordini precisi.
In Sardegna la catena di comando registra una delle situazioni più difficoltose e tragiche. A guidare 120 mila soldati italiani e 32 mila granatieri scelti tedeschi è il generale Antonio Basso che decide di non aggredire l’esercito tedesco, accompagnando l’esercito verso la Corsica, per facilitare l’ingresso verso la penisola.
Una parte della storiografia ritiene che Basso avrebbe dovuto aggredire l’esercito tedesco, come imposto dal governo di Roma e impedirne lo sbarco. I 32 mila granatieri scelti saranno artefici di svariate operazioni militari contro gli anglo americani e la resistenza italiana.
Il generale Antonio Basso voleva rispamiare alla popolazione sarda un conflitto che avrebbe avuto effetti devastanti. I sardi infatti erano già provati dai bombardamenti dei mesi precedenti che avevano devastato Cagliari.
Domani verrà riproposto in libreria “Il Cavaliere dei Rossomori”, la biografia di Emilio Lussu curata da Giuseppe Fiori, con la prefazione di Roberto Saviano. Si tratta di un’opera che fotografa bene sia il personaggio Emilio Lussu e l’autore Giuseppe Fiori, un giornalista prestato alla storia, molto attento alle fonti. Una biografia avvincente che non annoia il lettore.
Dal 13 al 15 settembre presso il Campus Aresu a Cagliari ci sarà un appuntamento importante con tanti storici, circa 400 studiosi appartenenti alla società di storia contemporanea, protagonisti di una serie di seminari.
Intervista a cura di Massimiliano Rais.