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Dalla Sardegna all’Antartide: la missione di due scienziati sardi

today20 Ottobre 2023 276

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Marco Buttu e Mario Lecca in partenza verso l’Antartide, nel posto più isolato e inospitale del mondo

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    Dalla Sardegna all’Antartide: la missione di due scienziati sardi Paola PIlia, Mario Lecca e Marco Buttu

 

Focus sulla spedizione alla Concordia Station, il posto più inospitale della Terra, in Antartide. Uno dei protagonisti è stato anche uno scienziato sardo, Marco Buttu, ingegnere elettronico dell’Istituto Nazionale d’Astrofisica (INAF). Marco è stato protagonista in due spedizioni ed è pronto anche per la terza.

C0s’è la Concordia Station? E’ una delle tre basi che si trovano nell’altopiano antartico, il posto più isolato al mondo. E’ una base italo-francese ed è l’unica base in tutta l’Antartide gestita in cooperazione. Le condizioni sono molto peculiari e quasi extraterrestri perché la temperatura arriva sino a -80 gradi centigradi e c’è buio per quasi quattro mesi. Per più di tre mesi il sole non sorge. Inoltre c’è un’aria estremamente secca e c’è alta pressione perché la stazione si trova ad alta quota, si fa fatica a respirare. Sono condizioni che rendono la Concordia Station l’avamposto umano che è più simile a una base su un altro pianeta e proprio per questo, nel team, emerge anche la presenza di un medico sponsorizzato dall’Agenzia Spaziale Europea perché porta avanti degli esperimenti di biologia umana per capire come il corpo si adatti ad ambienti extraterrestri.

Quanto dura la spedizione? La spedizione dura per circa un anno e per un periodo di tempo il team sarà del tutto irraggiungibile, per nove di questi mesi. La spedizione non è organizzata dall’Agenzia Spaziale Europea, ma per quanto riguarda l’Italia, dal Programma Nazionale di Ricerche in Antartide.  Sono tanti i ricercatori italiani e francesi ma la vera novità di quest’anno è che ci sono anche due sardi: Marco Buttu e Mario Lecca, meteorologo dell’Arpal, che racconta il suo stato d’animo definendolo altalenante: una commistione di eccitazione e paura. Le motivazioni che l’hanno spinto a richiedere di partecipare al progetto, oltre quella scientifica naturalmente, anche quella umana – ci tiene a precisare il meteorologo. Si configura come una sfida per confrontarsi con queste condizioni di isolamento estremo e con i rapporti umani limitati al numero ridotto di persone (sono 13 le persone), quindi gestire rapporti umani, eventuali conflitti.

Come si preparano i bagagli per un’esperienza del genere? Occorre pensare a tutto l’occorrente per un anno. Non si può assolutamente dimenticare la bandiera dei quattro mori. Per Marco Buttu è stato fondamentale sicuramente fare yoga, per mantenere un equilibrio anche mentale. Serve per avere una routine perché serve in qualche modo spezzare. Non esiste la privacy ed è importante ritagliarsi un po’ di tempo per stare soli.

Cosa faranno i due sardi in Antartide? Buttu si occuperà di sismologia e geomagnetismo, rilevazione delle onde sismiche in Antartide e lo studio del campo magnetico terrestre. Lecca invece resterà nell’ambito della fisica dell’atmosfera e seguirà dei progetti di meteorologia e fisica dell’atmosfera appunto. Si occuperà di misurazioni dei parametri metereologici e lo studio delle precipitazioni quasi assenti. Magari anche la cucina sarda entrerà nelle stanze di Concordia.

Intervista a cura di Paola Pilia, che aveva intervistato Buttu anche in sardo su Sardegna1: clicca qui per vedere l’intervista in sardo e anche Mario Lecca: ecco l’intervista sempre in lingua sarda.

 

 

 

 

 

 

 


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