
Pietro Catzola: la storia del cuoco (sardo) dei presidenti della Repubblica Celestino Tabasso, Pietro Catzola
Un pezzo di Sardegna anche in Quirinale: è sardo il cuoco del Quirinale, quello dei presidenti della Repubblica, e prima di esserlo faceva il marinaio. Celestino Tabasso, giornalista de L’Unione Sarda, l’ha intervistato ai microfoni di Radiolina. Il suo nome è Pietro Catzola, di Triei e lunedì scorso ha ottenuto il Premio Bancarella Cucina con il suo libro “Il Cuoco dei Presidenti, vite e ricette di un marinaio al Quirinale”. Il cuoco racconta l’emozione inaspettata anche se chi ha letto il libro poteva aspettarselo. Lo stesso Pietro Catzola, presenterà il libro in questione sabato a Iglesias nel corso di una due giorni dedicata al fungo con micologi come Renato Brotzu e chef come Francesco Aquila.
“E’ stato un caso, io ero un sottufficiale della Marina militare” – dice Catzola, che a bordo della Vespucci dedicava sempre un angolo della nostra Sardegna nei suoi buffet sino a quando arrivò il presidente Cossiga che incuriosito disse: “Ma questa è Sardegna!”. Nel buffet erano presenti un maialetto, un sughero, pani carasau, e altre varietà di pane dell’Isola. Cossiga propose a Catzola di andare al Quirinale ma lui rispose che a lui piacevano il mare e le vele. La risposta del cuore era un “no”.
Il mese dopo arrivò una lettera del Quirinale in cui il presidente gli riproponeva di andare a sostituire uno chef e in quell’occasione accettò. Pochi giorni dopo aver preso servizio al Quirinale, 23 giorni dopo, il 29 novembre del 1989 il primo banchetto importante con Mikhail Gorbaciov. Gli agenti del KBG si erano spinti sino alla cucina per controllare un po’ tutto, dalla preparazione dei piatti agli ingredienti.
Ai tempi del presidente Ciampi, durante un pranzo, come ospite c’era Bush e sul tavolo c’era un babà “inzuppatissimo di rum” – dice Catzola – e anche lì, in quei casi, c’erano i servizi, come nel caso del KBG, che guardavano con discrezione cosa si facesse in cucina. 10 minuti prima che uscisse il dessert dissero: “Oh guardate che il presidente è astemio”. Il babà, come asserito, era pieno di rum e lo infilarono in una cesta piena d’acqua, successivamente lo inzupparono di spremuta d’arancia e fuori. Il commento di Bush fu: “Un dolce fantastico!”.
Il presidente Napolitano amava la Sardegna e i sardi e in occasione di una visita a Sassari, un giorno, mentre il cuoco del Quirinale cucinava, sentiva un canticchiare, qualcuno intonava il motivetto sardo “Dimonios”. Era l’intonare del presidente: stava canticchiando la canzone sarda in vestaglia e disse: “Guardi Catzola, oggi sono stato ospite della Brigata Sassari e le assicuro che io è da stamattina che canticchio quest’inno”.