
Transizione energetica, i comitati della Sardegna: “No all’Eolico” Egidiangela Sechi e Gigi Pisci
Focus su un tema molto dibattutto nella nostra Isola e che riguarda la transizione energetica. La nostra Isola è stata subissata di richieste di autorizzazioni per creare impianti eolici. In moltissimi casi i sindaci dei territori non sono d’accordo ed è nato un coordinamento che riunisce diversi comitati della Sardegna. Ne parliamo con Gigi Pisci, rappresentante del Coordinamento No Eolico. Il coordinamento rappresenta la confederazione dei comitati territoriali che si sono formati in Sardegna negli ultimi mesi, tantissimi territori della Sardegna. Ne fanno parte il Sarcidano, il Medio Campidano, hinterland di Cagliari, Sulcis, Meilogu, Anglona. Sono nati anche comitati nel nuorese e nel Monti Ferru. E’ nato per coordinare anche una serie di azioni tutti insieme.
Gigi Pisci sottolinea che il coordinamento è favorevole alla transizione ma che deve rispettare il diritto dei sardi alla loro autodeterminazione e nel rispetto delle caratteristiche specifiche del paesaggio sardo. Secondo la pioggia di progetti arrivati alle comunità la Sardegna dovrebbe produrre l’energia utile a 50.000.000 di persone, praticamente tutta Italia. Pisci aggiunge: “A causa di guasti normativi e irresponsabilità delle classi dirigenti si è creata questa sorta di anarchia in cui tutte le società del settore hanno ritenuto opportuno presentare una valanga di progetti in Sardegna”.
Come avviene l’iter per la richiesta di autorizzazione degli impianti eolici?
“C’è un decreto firmato dal governo Draghi che dovrebbe regolamentare il comparto. C’è una mappa delle zone non idonee. Ci sono due binari, uno ministeriale e uno regionale. Ci sono degli uffici di valutazione in entrambi i binari. I comuni non vengono interpellati. Le ultime normative hanno snellito, forse troppo, la procedura. Basti pensare che a Marzo il governo Meloni ha praticamente reso inutile la valutazione preventiva archeologica. I comuni spesso si ritrovano con la notifica di proposta di progetto senza essere avvisati e si tratta sostanzialmente di entrare in casa dei sardi senza nemmeno bussare.
L’8 agosto l’ANCI ha emanato un comunicato in cui chiede formalmente alla regione Sardegna di istruire una moratoria regionale contro i progetti presentati sino ad ora. Una richiesta simile e compatibile a quella dei comitati. L’associazione sarda dei sindaci chiede la moratoria come i comitati.” Nell’Isola ci sono territori a vocazione turistica, a vocazione agropastorale, altri ospitano rilevanti peculiarità archeologiche e di paesaggi quindi le ragioni del “no” sono diverse di territorio in territorio.
Intervista a cura di Egidiangela Sechi.