
Trapianti: sardi fuori dalle liste d’attesa nazionali, l’allarme Paola Pilia, Pino Argiolas
Partiamo dall’Unione Sarda, a pagina 5: “Allarme trapianti, malati sardi fuori dalle liste d’attesa. Gli interventi sono meno delle donazioni e gli organi vanno in altre regioni”. Ne parliamo con Pino Argiolas, presidente dell’associazione Prometeo. Perché i sardi restano fuori dalle liste d’attesa? Con la carenza di medici e di infermieri se prima avavamo liste d’attesa per i trapianti che arrivavano sino 150 persone ora sono molte meno.
Questo perché le varie aziende ospedaliere prima segnalavano i potenziali riceventi di un trapianto e purtroppo non lo stanno più facendo a causa della mancanza del personale sanitario. Non arrivano più segnalazioni da un anno e mezzo per quanto concerne la provincia di Nuoro e la zona del Sulcis iglesiente. Occore fare in modo che più persone vengano messe in lista. “Se le persone nel servizio sono poche è difficile trovare la compatibilità e se i riceventi non sono compatibili è praticamente ovvio che gli organi vadano fuori” dice il presidente. Spesso non pensiamo a tutti i problemi che la carenza di medici e personale sanitario può causare e questo e uno di quelli.
Cosa può fare la Regione? L’assocazione Prometeo ha chiesto un incontro con la commissione regionale alla sanità perché è l’unica deputata a poter prendere decisioni importanti. L’associazione ritiene importante che si ponga in essere una serie di investimenti per quanto riguarda i trapianti col fine di pemettere al Brotzu di reclutare specialisti, anche da fuori, per avere una mano sia per le liste d’attesa che per i trapianti.
Il numero dei professionisti deve essere adeguato al bisogno che abbiamo in Sardegna. Se ne parla domani a Monserrato con ospiti importanti. Francesco Abate, giornalista de L’Unione Sarda e conduttore di Radiolina, presenterà il libro di Daniela Rossi, una giovane trapiantata di rene. Il rene era stato donato dalla mamma. Dopo la donazione è diventata una campionessa di nuoto. E’ una storia di rinascita. La mamma: “Ho fatto nascere mia figlia due volte”.
Intervista a cura di Paola Pilia