
Violenza di genere: Italia fanalino di coda per riconoscimento di uguaglianza e interventi Egidiangela Sechi e Cristina Cabras
Focus sulla violenza contro le donne. Ne abbiamo parlato con Cristina Cabras, docente dell’Università di Cagliari. I dati italiani sono in linea con quelli degli altri paesi europei, ma la violenza di genere in Italia è più radicato rispetto ad altri paesi.
L’Italia è fanalino di coda in Europa in termini di riconoscimento dell’uguaglianza di genere e per quanto riguarda gli interventi in caso di molestie e violenza sessuale nei confronti delle donne.
Non ci sono interventi adeguati e sufficienti rispetto al resto del mondo, dove vengono adottate misure focalizzate a bloccare gli aggressori. in Italia vi è una visione di pseudo tutela delle vittime, che in realtà non porta a nessun risultato.
Come dimostrato da diverse ricerche, nel nostro paese è ancora diffusa l’idea che le donne vittime di abusi siano colpevoli di aver provocato l’aggressione. In Italia persiste una gravissima cultura dello stupro, che lo giustifica e tende a sminuire la gravità dell’azione, facendola passare come provocata dalle donne.
Secondo un articolo pubblicato dal New York Times, in Italia si esprime l’idea che le azioni o l’abbigliamento delle donne possano scatenare la violenza, una tematica che condiziona anche i tribunali italiani, dove la sessualità e la violenza sessuale non sono sempre differenziate. Una modalità di pensiero che non riguarda solo gli uomini ma anche le donne.
Da inizio anno in Italia si sono verificati 80 femminicidi. Spesso le vittime e carnefici sono molto giovani. Siamo in una situazione nella quale non c’è un’attenzione sufficiente rispetto alle segnalazioni che precedono i gravi atti.
Il consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge contro la violenza sulle donne. Secondo Cristina Cabras le misure non sono sufficienti. E’ necessario che le persone colpevoli di gravi atti, vengano immediatamente valutate dal punto di vista criminologico, allontanate e messe all’interno di centri per diminuire il rischio di femminicidi.
Intervista a cura di Egidiangela Sechi.