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Giorno della Liberazione: La Sardegna protagonista con i Partigiani

today25 Aprile 2024 24 5

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Il 25 aprile è il giorno della Liberazione d’Italia dalle forze nazi-fasciste: tra i partigiani, anche diverse personalità della Sardegna

 

Oggi è il giorno della Liberazione. Una data, quella del 25 aprile del 1945, in cui l’Italia si liberò definitivamente dell’invasore nazi-fascista, dando il via alla successiva creazione della prima Repubblica (1946). Alberto Monteverde – giornalista e storico – ai microfoni di Radiolina ha parlato di questo avvenimento, facendo poi un excursus sui conflitti attuali.

La resistenza vince sull’invasore: un lungo percorso

Liberarsi delle forze occupanti è stato un lungo percorso, in cui hanno perso la vita numerosi cittadini (soldati e semplici volontari). Un contributo profuso anche dalla Sardegna, con valorosi partigiani sardi immolatisi per la causa dell’unità nazionale (da menzionare i sardi che hanno perso la vita nell’eccidio delle Fosse Ardeatine). Tanti episodi chiave, con diverse battaglie simbolo della lotta per la liberazione. Tra gli atti della resistenza sono da ricordare l’episodio di Via Rasella, spesso ancora al centro di polemiche, e lo scontro di Porta San Paolo a Roma, classificato come il primo episodio di lotta partigiana verso il nemico. Giusto ricordare anche le vicende verificatesi nella nostra Isola e in Corsica: gli scontri di Ponte Mannu a Oristano, a La Maddalena e infine a Bastia sono tra queste.

Le battaglie, sempre efferate, venivano condotte da varie unità partigiane. Nuclei variegati, composti da intellettuali, soldati, contadini e persino giornalisti (per esempio Giaime Pintor, scrittore con origini cagliaritane, morto nel 1943 durante un’azione).

Celebrazione della Liberazione il 25 aprile 1945 - Foto di Alberto Monterverde
Celebrazione della Liberazione il 25 aprile 1945 – Foto di Alberto Monterverde

Il contributo della Sardegna alla Liberazione Italiana

Tanti sardi al centro della Liberazione. Per esempio, Giuseppe Dessì e Mario Berlinguer chiesero armamenti per il loro gruppo, nel tentativo di compiere azioni di sabotaggio verso i tedeschi (un tentativo di richiesta non andato a buon fine). Un qualcosa non di poco conto, visto che, in caso di battaglia e rallentamento delle truppe tedesche presenti in Sardegna, quest’ultime, magari, avrebbero ritardato la loro presenza in Corsica o nel continente (evitando eccidi come quello di Monte Cassino). Da menzionare la Divisione Cremona, composta tra gli altri anche da diversi sardi (di stanza in Sardegna durante l’armistizio dell’otto settembre 1943 e successivamente sotto l’egida del Regno). Altra personalità sarda Francesco Maria Baraccu che, al contrario, dopo l’armistizio giurò fedeltà al Duce, venendo poi giustiziato a Dongo.

Non molti sono a conoscenza del contributo sardo alla liberazione della Corsica (per molti anni, i Francesi negarono la partecipazione dei contingenti italiani, in particolare la divisione Cremona e Friuli). Una manovra che costò un alto numero di perdite (circa 2500).

Il “Presidente Partigiano” Sandro Pertini

Una storia, quella di Pertini, chiaramente di stampo antifascista. Socialista – curiosamente militò tra le file del PSI nel periodo in cui anche Mussolini frequentava l’ambiente – fu una delle figure di spicco del movimento partigiano. Come lui stesso raccontava, ebbe occasione di “incontrare” il Duce una sola volta, presso l’arcivescovato di Milano. Mentre Mussolini scendeva lo scalone, il futuro presidente, al contrario, saliva: Pertini, che fino ad allora “conosceva” il Duce solamente da foto, inizialmente non intuì che quello fosse davvero lui, visto l’aspetto ormai dimesso.

Intervista a cura di Stefano Birocchi
La Strambata del 25-04-2024


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