Ep.17 – “Il suono dell’Universo, il fondo di onde gravitazionali” Manuel Floris, Andrea Possenti
Una Finestra sull’Universo, l’appuntamento su Radiolina per raccontare l’universo, a cura dell’astrofisico e direttore del Planetario de L’Unione Sarda, Manuel Floris. Ospite della puntata Andrea Possenti, astrofisico dell’Osservatorio Astronomico di Cagliari.
Le onde gravitazionali sono increspature nel tessuto dello spazio-tempo. A predirle in linea teorica fu Einstein, nel 1915, con la Teoria della Relatività Generale. Einstein ipotizzò che il moto causato dall’orbita mutuale di due pianeti o due stelle potesse causare delle pieghe nello spaziotempo, proprio come lanciare un sasso in uno stagno genera delle ondulazioni nell’acqua. Ad originare le onde gravitazionali sono sistemi binari di stelle, pulsar, esplosioni di supernove, buchi neri in orbita di collisione e galassie in formazione. Sono incredibilmente rapide, eguagliando la velocità della luce (299.792 km/s), ma vista la loro origine distante, risultano particolarmente deboli, raggiunta la Terra, e per questo sono difficili da rilevare.
La conferma della loro esistenza è sopraggiunta ad un secolo dalla formulazione della Teoria di Einstein. Nel 2015, un gruppo di scienziati ha rilevato le onde per la prima volta in assoluto attraverso il LIGO (Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory), uno strumento interferometro laser. Queste onde sono state generate dalla collisione tra due buchi neri avvenuta 1.3 milioni di anni fa.
Il fondo di onde gravitazionali consiste in un debole eco di onde gravitazionali, prodotte da un elevato numero di buchi neri supermassicci come quelli al centro delle galassie. Questo mormorio di fondo si manifesta come un segnale misto e continuo, che comprende le onde generate da eventi astronomici di magnitudo estremo avvenuti nelle fasi primordiali dell’universo, poco dopo il Big Bang. Le onde del fondo sono qualitativamente variegate e mantengono l’impronta del fenomeno che le ha generate. Riuscire ad isolare ed osservare questo segnale, dunque, potrebbe consentire di indagare indirettamente un gran numero di fenomeni: dallo studio della storia dell’Universo, ai buchi neri, alla formazione di galassie e stelle.